Ogni Settimana Noisey recensisce le nuove uscite, i dischi in arrivo e quelli appena arrivati. Il metro utilizzato è estremamente semplice: o ci piacciono e ci fanno sorridere, o non ci piacciono e ci fanno vomitare.
AA.VV. - GHOSTBUSTERS 2016 OST
Ascoltare la colonna sonora di un film senza aver visto il film ti fa capire tante cose, come ad esempio che molti trenta-quarantenni si stanno facendo prendere un po' troppo la mano da questa cosa della nostalgia. Dopo una serie di revival, reissue, reunion e ritorni all'estetica anni Ottanta è arrivato Stranger Things, lo show di Netflix che riesce a racchiudere alla perfezione il sentimento nostalgico della nostra generazione, ad omaggiarlo in un prodotto curato nei minimi dettagli. Ma quella, si vede, è un'elegia hauntologica mossa completamente dal sentimento. Al contrario, stanno spuntando sempre più operazioni che puzzano di "guadagno facile" sin da lontano, e mi duole dirlo ma, nonostante la (geniale) idea di sostituire il quartetto con una nuova squadra dell'altro sesso, già dalla colonna sonora questo nuovo Ghostbusters puzza di pacco. E la cosa peggiore è che la generazione che si fa imbambolare da queste operazioni, in questo caso, ha trovato solo da scagliarsi maschilisticamente e razzisticamente contro il cambio di sesso dei protagonisti, sempre a causa della stessa nostalgia idiota. Questa gente ne rimarrà schiacciata quando l'imbuto si stringerà e non ci sarà più spazio per affermare nulla di nuovo a livello artistico, perché sotto ad ogni rivalutazione o glorificazione del passato c'è una riduzione di sforzo mentale che, a lungo andare, logora.
TRACY THE GORILLA
BENNY BENASSI - Danceaholic - Ultra
Da quando ho comprato questo CD la mia vita è migliorata. Non so voi, ma quello di cui avevo bisogno per migliorare i miei tragitti cittadini a finestrino abbassato era proprio un pezzo EDM cantato da Serj Tankian dei System of a Down con il drop bropstep. Sarà il nuovo subwoofer da 750€ che ho montato nel bagagliaio, ma adesso ogni volta che passo per via Novara si girano tutti a guardarmi! Forse è anche merito di “I Wanna Be Disco” e “I Wanna Be a DJ”, che è come se parlassero di me quando le ascolto, e della collaborazione con Moguai, che si chiama quasi come quel gruppo di fighette di cui andava matta quella tipa ubriaca che mi ero limonato l’anno scorso━quando ero finito in quel cazzo di postaccio occupato. Adesso scusatemi ma devo andare a dare uno schiaffo alla mia donna al ritmo di “Paradise”, con la speciale partecipazione di Chris Brown!
ERMAL KETA
EQUIKNOXX - BIRD SOUND POWER - DDS
Sarò immeritatamente enfatico, ma sono dischi come questo che ti fanno ritrovare fiducia nella musica: quelli in cui magari senti l’eco di un milione di correnti e lignaggi che hai frequentato tantissimo, ma combinati secondo le disposizoni di una personalità unica e un gusto incredibile, nel senso di una capacità fortissima di saper sviluppare alcuni aspetti specifici di un genere musicale e portarli verso nuovi sbocchi linguistici. OK, magari gli dice bene il fatto di essere frutto di parecchie teste e non essere stato concepito come album in uno stesso identico periodo (anzi, dentro ci sono sette anni di session), però in ogni singola traccia di questo Bird Sound Power si scopre una ricchezza di idee e spunti, una creatività vitale che lascia basiti tutte le volte. E no, la cosa non lo rende neanche un disco incoerente o disomogeneo. Per un cazzo, proprio. Di fondo c’è la dancehall e vivajah per una volta questo lavoro di ricerca e decostruzione dei suoni giamaicani non arriva da un arraffone bianco (geniale come The Bug o indecente come Palmistry che sia) ma dagli Equiknoxx, AKA una cricca di producer e vocalist con base a Kingston, capaci di incorporare nel loro suono tanto la lezione di maestri come Prince Jammy quanto la paranoia della prima On-U Sound e l’evoluzione accelerata del nuovo grime. Oltre a questo, l’ennesima riconferma di DDS come etichetta incredibile e gestita da (che ve lo dico a fà) due geni TOTALI!!!
DELROY STARE
GOTHBOICLIQUE - YEAH IT’S TRUE - Autoprodotto
Sono circa le tre di mattina e non posso ancora andare a letto perché ho passato le ultime quattro ore a compilare una script che ogni trenta minuti sposti di cinque chilometri il mio bot per livellare gli account di Pokèmon Go. Non sono sicuro che i cinquanta euro che mi garantirà questa operazione valgano una notte insonne, ma ho deciso che finché non ci riesco resto sveglio, più che altro per una questione di principio e testardaggine. Mentre faccio partire un test aggiorno la home di Facebook e mi accorgo che l’adorato Wicca Phase Springs Eterna ha appena condivise un progetto Soundcloud di diciotto tracce ad opera del socio GOTHBOICLIQUE che non potremmo definire in altro modo se non cloud rap post-vape post-meme virato emo/goth (ringrazio la parte bella della redazione di Motherboard per la definizione). Improvvisamente è il 2014 e decido di chiudere tutte le finestre DOS che ho aperto perché, diciamocelo, nel 2014 dei Pokèmon non fregava un cazzo di niente a nessuno.
HASH KETCHUM
Kutiman - 6 AM - Siyal Music
Ritorna il tuttofare israeliano con il preciso obiettivo di farci dimenticare l’orrore di questo pianeta del cazzo. Una miscela di afromedioriental music che non disdegna impennate soul, ma soprattutto bagni nella psichedelica più fattona: immaginatevi a fare i bagni nel deserto con Ofra Haza nuda che vi balla davanti. A quel punto si trasforma in James Brown e, nonostante questo, la trovate ancora più attraente. Una volta il compito del nostro era quello di creare pezzi mashuppando un po’ tutta YouTube, pescando dai video amatoriali di chi si riprendeva suonando. Adesso forse è quello di diventare un classico della musica “da fumare”, facendo lo stesso pastiche con i capisaldi del genere internazionalmente noti (vedi Fela Kuti, vedi Grazia e via di questo passo). Quindi ragazzi armatevi di narghilè, andate in spiaggia e dimenticatevi delle classifiche FIMI, qua stiamo nel deserto mica pippe.
AFRO HAZO
LIL YACHTY - Summer Songs II - Autoprodotto
La prima volta che ho sentito un pezzo di Lil Yachty mi sono detto, “Ma chi è ‘sto scemo?” Insomma, non c’era niente che facesse ben sperare: la somiglianza con Young Thug era clamorosa, sia da un punto di vista estetico che sonoro. Se proprio, sembrava pure una deriva in senso bambinesco e semplicistico della cosa. Poi però ho scaricato Lil Boat e, detto in quattro parole, ci sono rimasto sotto. Più che altro perché Piccolo Yachtino ha così tanta positività dentro che ha dovuto chiamare una canzone “Positivity Song” per farcela stare tutta dentro. E insomma, ogni tanto tra un bitch e un money e un fuck mi piace che il mio rap mi dica che andrà tutto bene con i suoni del GameBoy come sottofondo. Summer Songs 2 svolge esattamente questa funzione e potete quindi prenderlo al posto dell’Oki quando non avete voglia di trovare un farmacista aperto.
GIUSEPPE POVERI
MSTRKRFT - Operator - Last Gang
Non ho la minima voglia di trovare parole educate per descrivere lo zero cosmico che mi frega di MSTRKRFT nel quasi agosto 2016, a Milano, a pochi giorni dalla mia dipartita verso le terre toscane. Già è stato impegnativo scrivere correttamente il nome, una cannonata immeritata di 2008 dritta nel cranio, proprio così, a sfregio. Che due palle. L'unica cosa simpatica (forse) è il video del primo singolo estratto, in cui gli zerenni di YouTube si chiedono chi cristo sia questo nuovo MSTRKRFT che impezza con strane tracce electro pop dal gusto appunto un po' vintage, mentre uno splendido ballerino si dimena per strada tutto dinoccolato. Ecco, il ballerino è molto ok, tutto il resto no.
BURTIFIED BURT
JACK & AMANDA PALMER - You Got Me Singing - 8ft
Se uno sentisse parlare di Amanda Palmer senza averla mai vista—bisex, pescetariana, brechtiana, artista di strada, ha i peli sotto le ascelle, vive in una comune—potrebbe farsi l'idea che si tratti di una normale occupante del Teatro Valle. La verità è che ogni cosa che esce dalla testa e dalla bocca di Amanda Palmer ha un'immediatezza e una purezza molto simile a quella dei racconti per bambini che scrive suo marito. Una purezza un po' gotica magari, un po' Emily The Strange, ma certamente molto diversa dalle pose a cui il mondo performativo nostrano ci ha abituato. Per questo nonostante a volte si comporti come l'amica a cui tireresti una sberla perché reagisce in scala 15.000 a stimoli da 8, non mi sento di buttare Amanda nel calderone dei teatranti. Più che altro perché dimostra sempre di più che quello non era teatro, non stava incarnando nessun personaggio, è sempre stata semplicemente lei e siamo noi che abbiamo scambiato il suo racconto colorito per una messinscena. Poco tempo fa, Chiara Galeazzi su Rolling Stone scriveva di Beyoncé che "ha fatto di sé una performance vivente: il matrimonio con Jay-Z diventato inframezzo tra una coreografia e l’altra, i video di lei bambina a fare da interludio con un cambio di scenografia, le immagini del padre prima di una concessione fatta con nonchalance al pubblico." Ecco, se togli un trillando di dollari e un'industria gigantesca che ruota attorno al personaggio, il discorso fila—anche meglio—per Amanda Palmer, che la performance della propria vita la regala (quasi) senza intermediari, tanto che ogni suo progetto cresce sollevato dalle mani dei suoi fan, grazie a crowdfunding che somigliano sempre di più a un crowdsurfing. Una verità che si mette in scena e su quella scena si scioglie, mostrando chiaramente quello che c'è sotto, un po' come succede al suo trucco durante i concerti.
LAURA PALMA
SHACKLETON & ERNESTO TOMASINI - DEVOTIONAL SONGS - HONEST JON'S
Mo' l’ho capito perché non si fa intervistare, perché viaggia solo in treno senza pigliare l’aereo, e perché quando lo incontri in giro a Berlino sta sempre mbriaco, esagitato e sudato da rendersi completamente inavvicinabile: Sam Shackleton sta attraversando un cammino meditativo lungo una vita dal quale non può lasciarsi distrarre comunicando con esseri che potrebbero inquinargli l’anima con la loro mediocrità e bassezza, e per attraversarlo davvero bisogna resistere alla tentazione di rendersi la vita facile. Dopo tanta esegesi criptica siamo quindi giunti alla sintesi definitiva, con le intenzioni dichiarate fin nel titolo: Devotional Songs, e i testi decantati da Ernesto Tomasini (che qui sostituisce Revenge Tenfold sparito chissà dove) sembrino a volte avere tanta familiarità col divino da poterlo disconoscere, sbeffeggiare e persino superare… Nel senso che una volta imbracciato il linguaggio del sacro, per penetrarlo davvero è bene profanare tutto, ridere di sé, fare strage degli affetti. Dopotutto “all science points to our untimely death”. Musicalmente la mutazione è oramai tutta orientata verso i third impact, con echi dei Current 93 più allucinati, di Steve Reich a bali, Coil e Don Cherry, ma soprattutto di una ricerca che al mondo ha davvero pochissimi pari.
LILITH IN THE SKY WITH DEMONS
SLEEPING BEAUTIES - S/T - IN THE RED
Non c’è niente di più fastidioso di una recensione che fa riferimento ai progetti precedenti dei membri di una band come se fossero più importanti di quello in questione. Io sto cercando di evitarlo, ma una citazione è doverosa: gli Sleeping Beauties sono figli di Hunches, Eat Skull e Hospitals, tre dei progetti che hanno alzato la media del garage punk della West Coast dopo la fine della scena budget rock flirtando con il noise e la follia sperimentale. Questo album su In The Red è prevedibilmente distorto e intriso di humour nero, ma presenta anche una finezza particolare. In certi casi sembra di sentire dei Modern Lovers alimentati a carne umana, o degli Electric Eels innamorati. Ma c'è molto di più, tra echi stratificati che ricordano le sperimentazioni analogiche degli Hunches e aperture pop degne di Loaded dei Velvet Underground. Il cantante Hart Gledhill mantiene la sua immagine di sciamano distruttore che narra storie di droga e debosciati con un ghigno a metà tra il sarcasmo e il romanticismo malinconico. Se avete deciso di comprare un solo disco garage nel 2016, potete smettere di cercare.
METH UNA SERA A CENA
Alvaro Soler - Eterno Agosto (Italian Version) - Triebel & Zuckowski GbR
Alvaro Soler è nato a Barcellona, ma suo papà è tedesco, mentre la madre è di origine belga. A dieci anni si è trasferito a Tokyo, dove ha vissuto fino a poco prima della maggiore età, per poi tornare a Barcellona e, nel giro di pochi anni, dopo aver conseguito una laurea in Industrial Design alla Scuola di Ingegneria di Barcellona, si è trasferito a Berlino per potersi concentrare sulla sua musica. Praticamente ha avuto la possibilità di inebriarsi di culture secolari e accedere ad una quantità di post-cultura che per il 99% della popolazione mondiale si limita alle board /int/ dei rispettivi chan nazionali, ma solo a livello teorico perché poi è diventato milionario nel 2015 con “El Mismo Sol”, una canzone monocorde anche per gli standard delle radio hit che ha venduto mezzo milione di copie in giro per il mondo. Ovviamente la metà di questo mezzo milione di copie è stato venduto in Italia e da qui la decisione, frutto di processi mentali raffinati e che voi idioti potete soltanto immaginare, di riprendere il disco del 2015, piantarci dentro due canzoni con Emma e Max Gazzè per poi vendere una Italian Version della faccenda e guadagnarsi altri 12 mesi di SIAE. Ovviamente ha funzionato così bene che la traccia numero 1 del disco (salve Signorina ADHD) è diventata una hit nel giro di 0,78 secondi e mi ha spinto a dubitare della genuinità dell’esistenza umana. Se seguitate a considerare la musica meme di PC Music come post-qualcosa, allora dovreste spararvi le venti tracce di questo progetto e capire che il pianeta procede su binari vagamente diversi.
NONNO GLOBAL
VIVALDI METAL PROJECT - THE FOUR SEASONS - PRIDE & JOY
Grazie mille, perché non è che c'era già l'internet pieno di sta roba.
LA CAPPELLA SISTINA ANIMATA