C'è stata un'epoca in cui i generi musicali erano qualcosa di chiaro e semplice. Certo, c'erano la house e la techno, entrambe sezionate in una varietà di sottogeneri—acid, italo, deep, dub—ma nulla poteva lasciar presagire il livello di difficoltà che avrebbe raggiunto la nomenclatura dell'elettronica. Oggi, nel 2015, mentre gli alieni camminano per le nostre strade e le macchine volano nel cielo, l'industria discografia sembra aver deciso di saltare questo noioso e complesso catalogare e sbattere la parola future davanti a tutto quanto.
In qualche modo il prefisso future è diventato accettabile, ma nessuno sa di preciso che cosa stia a significare. Durante la nostra permanenza al TBD festival di Sacramento, in California, abbiamo pensato di indagare uno dei generi che ci desta più perplessità: la future bass. La future bass prende il suo nome dalla combinazione di synth, cigolii, suoni vagamente acquatici, rumori ambientali della natura e qualche altro tipo di suono che probabilmente non ha nemmeno un nome preciso. Praticamente è quella roba che ascoltate quando ascoltate Cashmere Cat, Flume ODESZA e Wave Racer, tanto per citarne alcuni.
I ragazzi di THUMP hanno fatto un giro per chiedere ai buozzi a zonzo per il festival di provare a darci una definizione di cosa sia questa cazzo di future bass. È stato piuttosto divertente.