Quando Achille Lauro è salito sul palco di Sanremo per eseguire "Rolls Royce", composta insieme a Boss Doms e Frenetik&Orang3, la mente collettiva ha immediatamente fatto un parallelismo con "Vita spericolata" di Vasco Rossi. C'erano le chitarre, c'era il sogno di una vita da rockstar, c'era un atteggiamento bello spaccone ma con una malinconia di fondo: insomma, non era un collegamento a casaccio.
Oggi Repubblica ha pubblicato un'intervista al Blasco in cui gli si chiede conto proprio del pezzo di Lauro e connesse polemiche, e lui ha avuto solo buone parole a riguardo:
Quest'anno, a Sanremo, c'è stata una forte polemica contro "Rolls Royce" di Achille Lauro che, per alcuni, era un inno alla droga. Lui ti ammira molto. A te piace?
"Sì, a me è piaciuto: anche lui ha fatto la sua provocazione artistica. Anche quelli della trap, come Sfera Ebbasta, sono interessanti: ci puoi vedere il disagio giovanile di oggi. Inneggiano alla scarpa firmata, alla macchina grossa, i soldi. L'idealismo di ieri è stato ucciso, non ci credono più ma invece di condannare dovremmo cercare di capirne il significato."
Insomma, una bella lezione di apertura mentale da parte di Vasco, che non condivide le paure e i pregiudizi nei confronti del nuovo rap italiano che attraversano parte dei media italiani.
Elia è su Instagram.
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