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Nayt non ha ancora trovato il suo sound

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Cominciamo come in un documentario: avete mai visto una tigre approcciare la sua preda? L'unica cosa che lascia vedere, nel suo muto e feroce calcolo, è la luce che gli anima gli occhi. Solo quando la preda si scopre, e la tigre riconosce il momento perfetto per agire, ci si lancia contro. Nel 1982 i Survivor composero "Eye of the Tiger", pezzo diventato cult grazie al suo inserimento nella colonna sonora di Rocky III, proprio per rappresentare quel momento. È un inno al tacito allenamento, un’ode al lavoro duro e silente. Quello che graffia, fa male, ma al contempo costruisce. L’occhio della tigre è un'immagine che evoca la consapevolezza delle proprie abilità, la coscienza che con un balzo improvviso gli artigli ti si possano stringere attorno al collo con forza disumana e precisione chirurgica.

A trentasei anni dagli allenamenti cinematografici di Rocky è Nayt, giovane rapper italiano, ad immedesimarsi in quell’impassibile sguardo felino. Il suo singolo "Gli occhi della tigre", uscito a marzo, negli ultimi mesi si è intrufolato tra le posizioni più ambite delle classifiche italiane. Ascoltando la voce quasi infantile di questo ventiquattrenne personaggio ancora relativamente sconosciuto al mainstream italiano (nonostante i molti featuring di livello guadagnati nella sua carriera: Emis Killa, Primo, Gemitaiz) capirne il perché diventa subito quasi insensatamente facile.

Nayt, che si chiama William Mezzanotte, ha iniziato presto il suo tragitto. Incideva già le sue prime tracce quando aveva quindici anni e si trasferì a Roma partendo da Isernia, in Molise. Da lì, però, il suo nome faticava a uscire. Il suo primo progetto, Nayt One, uscì nel 2012. Lo produsse interamente 3D, il beatmaker che lavora con lui tutt'ora e con cui fondò sempre quell'anno la VNT1 Records, cioè la sua attuale etichetta. Negli ultimi sei anni Nayt e 3D hanno pubblicato ben tre album: il mixtape rap duro e puro Raptus, l'album melodico e canterino Un bacio e il più recente Raptus Vol. 2, un disco che naviga i mari incerti che dividono la trap, il pop, e il rap. Nell’ultimo anno sono arrivati solo due singoli: "Fame", con Madman, e "Gli occhi della tigre".

nayt raptus vol 2
L'artwork di Raptus, Vol. 2 di Nayt, cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify.

In Raptus, Vol. 2 ci sono sia pezzi incorreggibilmente trap come "Brillo", pezzi rap come "Rap2s" e pezzi più pop come "Gola", presente anche in una versione suonata con batteria, tastiere e tutto il resto. Lo stesso vale per "Poveri", ripresentata in una "Folk Version" con chitarre acustiche e interpretata con cadenza da cantastorie. Il fatto di base è che, con e senza autotune, la voce di Nayt si presta molto bene al cantato, quasi meglio che al rap. Ma allora come si spiega che un ragazzo talentuoso, con già così tanta esperienza, capacità di suggerire contenuti e varietà, non sia ancora riuscito a sfondare?

Forse, la risposta sta proprio in quest'ultimo elemento. Mezzanotte si sente, ed è, in grado di fare rap, fare trap, e fare "roba neomelodica", come dice nelle ultime barre de "Gli occhi della tigre". Essendo un personaggio multidimensionale, in costante bilico tra l’aggressivo e il romantico, il suo sound fatica a trovare un’identità costante, al punto che in alcuni pezzi sembrerebbe che dietro il microfono ci siano due set di corde vocali separati. A tratti è un cantante romantico, ad altri si identifica nel personaggio del trapper moderno, ad altri ancora sembra un rapper degno di una strofa nel prossimo Machete Mixtape. Non volendo lasciar inesplorata alcuna di queste vie, Nayt si è creato un profilo poco uniforme, tortuoso. Questo gli ha creato un pubblico che rischia di rimanere diviso, disconnesso dall'estrema varietà artistica del suo idolo.

Non s’intende, dicendo questo, che Nayt debba costringere la sua musica verso un’unica strada. La sua ricchezza artistica suggerisce un pensiero più complesso rispetto a quello che sottosta alla norma dell'industria trap contemporanea. Quando si afferma un sound che vende si tende ad aggrapparcisi, creando contenuti omogenei e dunque facilmente digeribili, a consumo veloce: quelli da "metti monetine, prendi merendine", come dice "Gli occhi della tigre".

Nayt è pienamente consapevole di questo discorso. Sono quasi dieci anni che si prepara ad affrontarlo, sono quasi dieci anni che aspetta. Quest’attesa l’ha usata per dimostrarci la profondità del suo arsenale. Ha dimostrato di essere capace di attacchi quieti, furtivi ed armoniosi a tratti ed esplosivi e furibondi ad altri. Ha intrapreso quella che dall'esterno pare una calcolata, misurata prova d’osservazione e pazienza attendendo, con occhio fisso e gelido, gli sviluppi della musica italiana. Ciò che rimane da fare, per noi e per lui, è aspettare Raptus, Vol. 3. Allora, potremmo iniziare a capire se la tigre riuscirà, dopo l’estenuante preparazione, ad affondare gli artigli nel collo grassoccio dell’industria musicale italiana.

Angelo è su Instagram.


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